Non è vero che non c’è alternativa allo status quo. Anzi, in questo nuovo millennio tutto sembra essersi improvvisamente accelerato. Le nuove generazioni scendono in piazza a milioni in difesa del pianeta Terra, movimenti politici innovativi avanzano in tutto il mondo, nuove proposte intelligenti, ecosostenibili, di rigenerazione, si consolidano nei bilanci delle istituzioni.
È nel quadro di questo contesto complessivo che va inquadrata la nostra lotta per la “riduzione dei parlamentari alla Camera e al Senato”. Un primo passo verso una nuova maniera di intendere la “politica”, verso un nuovo modo di concepire il significato stesso del termine “rappresentanza”.
Siamo stati abituati alla “delega in bianco”, ci siamo viziati cullandoci del fatto di poter avere sempre un “parlamentare di vicinato” a cui fare riferimento nei momenti di difficoltà; per certuni, addirittura, il senatore, il deputato, il “politico”, rappresentava (e rappresenta) il “protettore” del collegio, del quartiere, del comune o del territorio di elezione. Ma questo modo di intendere gli incarichi e i ruoli politici e istituzionali è fondato su una evidente distorsione. Si è finito, difatti, col confondere rappresentanza e favore, rappresentanza e il mettersi “a disposizione”, rappresentanza e protezione, legittimando, difatti, la distanza abissale fra il semplice cittadino e “l’onorevole parlamentare”, fra basso e alto, fra gente comune e la “casta dirigente”.
Nel migliore dei casi, altresì, può esser stato anche utile, e indispensabile, poter contare su personalità del territorio sui quali riversare, pari pari, le ferite di un determinato settore economico, di una certa area svantaggiata o di una specifica problematica professionale. Che tutto ciò, in una certa fase della vita di questo nostro Paese, possa aver avuto anche una sua motivazione, non significa che non si possa agire, nell’immediato, per migliorare l’efficienza delle istituzioni stesse e far diventare meno macchinoso il rapporto specifico fra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.
Abbiamo il dovere di guardare avanti, tenendo ben presente la memoria trasmessaci con la Carta costituzionale; abbiamo la possibilità di introdurre nella vita politica e sociale di questo Paese nuovi strumenti decisionali, di distribuire più potere ai cosiddetti “semplici cittadini”, di avviarci verso una democrazia che chiami in causa sempre più spesso le persone comuni; con referendum senza quorum, con una partecipazione dal basso, grazie alle nuove tecnologie “a rete”.
Dobbiamo iniziare un percorso che porti le future generazioni ad essere maggiormente, e quotidianamente, protagoniste nelle scelte importanti della propria vita, oggi, purtroppo, ancora “delegate” ad altri, a volte anche a personalità che sono divenute, nel tempo, casta dominante e casta, ingiustificatamente, privilegiata.
Il Movimento 5 Stelle sta invece mostrando a tutti, con fin troppa evidenza, che è possibile fare politica senza proteggere gli interessi del “palazzo”, senza proteggere i privilegi degli “onorevoli”, senza garantire a nessuno posti al sole e speranze di autoconservazione. Siamo un Movimento fatto di semplicissimi cittadini.
Ne siamo sempre più orgogliosi.
#1MiliardoDiMotivi ⭐️