30
Mar
2021
Fosse stato per noi non ci sarebbe stata la necessità di aspettare le indagini della procura di Trapani e dei Carabinieri del Nas perché già il 26 novembre dello scorso anno presentammo una mozione di censura nei confronti di Ruggero Razza. Una richiesta esplicita di dimissioni perché ritenevamo il delfino di Musumeci non all’altezza di ciò di cui eravamo costantemente testimoni.
Dopo la prima ondata della pandemia infatti si sarebbe avuto tutto il tempo di riorganizzarsi per adempiere alle prescrizioni del Governo Conte ma nulla, o quasi, fu fatto. Numerosissime ed eclatanti erano, e sono, le deficienze: nessun significativo rafforzamento delle terapie intensive, tracciamento a dir poco fallimentare, esiguo numero dei tamponi e, soprattutto, parlavamo di “tardiva comunicazione dei dati a Roma”.
Oggi, invece, possiamo proprio affermare che non era solo “tardiva” ma era anche non lineare, non trasparente, non confacente alla realtà dei numeri quotidiani.
Quella volta – lo ricordiamo bene – l’assessore Razza si salvò dalle dimissioni. La mozione di sfiducia fu infatti portata avanti da 24 deputati del Movimento 5 Stelle, PD e Cento Passi e fu bocciata da 36 deputati di maggioranza di centrodestra, con il soccorso di un paio di parlamentari di Italia Viva e di quelli di Attiva Sicilia.
Oggi, nessuno, manco Musumeci, ha avuto il coraggio di spendere due parole per lui. D’altronde, tentare di sminuire la gravità dei fatti che fuoriesce dalle intercettazioni dei Carabinieri appare veramente impossibile.