Quando i fanatici dell’Isis imperversavano lungo il confine turco-siriano, gli unici schierati in difesa dei civili sono stati proprio gli uomini e le donne dei corpi volontari curdi, a cui, man mano, si sono uniti anche cittadini da tutto il mondo. Partigiani che hanno pagato un caro prezzo per liberare le loro città dal giogo degli estremisti islamici.
L’Unione europea in questa crisi, come del resto nel corso di tutti gli anni di guerra in Siria, sta dimostrando ancora una volta di essere incapace di parlare con una sola voce e di non avere una politica estera forte e decisa. Le proteste per l’offensiva turca sono state lasciate ai singoli governi europei. Francia, Germania e Olanda hanno annunciato lo stop alla vendita di armi alla Turchia, ma questo non impensierisce troppo Erdogan, per lui non è una gran perdita, anche perché bisognerà vedere se agli annunci seguiranno i fatti.
L’unico grande sconfitto rimane, pertanto, il popolo siriano che da oltre otto anni e mezzo ha conosciuto solo guerra e distruzione. E ancora una volta, uomini, donne e bambini sono costretti a lasciare le loro case per fuggire dalla violenza, prima dell’Isis e ora di Erdogan, che li perseguita.
La nostra posizione, altresì, è chiara ed è la più intransigente in Europa.
Luigi Di Maio, nel suo ruolo di ministro degli Esteri, ha attivato un pressing fortissimo sugli altri ministeri europei. “Ma – come ha dichiarato ieri Giuseppe Conte – pur ritenendo doveroso il blocco dell’export delle armi, l’obiettivo da raggiungere non sono i proclami bensì persuadere il presidente turco Erdogan alla rinunzia dell’aggressione militare”.
Riflettendo su questa vicenda, geograficamente lontana ma anche così pregna di significati visto che il popolo curdo ha difeso tutti noi dal terrorismo dell’Isis, mi sento ancor più nel giusto nell’aver lavorato per la redazione e l’approvazione della legge regionale “Cultura della Pace in Sicilia”. Anche la nostra Regione, a tal proposito, potrebbe svolgere un suo forte ruolo diplomatico nel Mediterraneo ma, nella realtà, il governo attuale risulta inesistente in qualsiasi faccenda che vada al di là della lunghezza del proprio naso.
Il Governo italiano lavora con forza e determinazione per bloccare l’aggressione militare del presidente turco Erdogan alle forze democratiche curdo-siriane.