Andrea Camilleri ci ha lasciato

18 Lug 2019

Si è separato innanzitutto dalla sua Sicilia, dal suo lenzuolo di terra, e dai suoi personaggi, a volte straordinari e inventati, altre volte semplicemente dalle sembianze modificate e camuffate, come sul palcoscenico di un teatro di battaglia.
Quando ebbi la fortuna di conoscerlo mi sembrò incredibile come il mondo che avevo scoperto nei suoi testi fosse uguale al mondo che proiettava sugli altri mentre intesseva una relazione umana concreta.
Ho scritto un libro, ben dieci anni fa, edito appunto nel 2009, “I segreti della tavola di Montalbano”, Il Leone Verde Edizioni di Torino, in cui mi divertii a parlare delle ricette e della passione per la cucina che accompagnano il nostro Commissario in ogni racconto. In quella occasione d’incontro compresi che la generosità di Andrea Camilleri non fosse per nulla diversa da quella riposta nel cuore dei suoi personaggi più cari.
Ma Camilleri, uomo senza dubbio d’altri tempi, ultimo modello ideale di quella che è stata la grande letteratura italiana del secolo scorso, innanzitutto ci ha affabulato, ci ha letteralmente rapiti.
Storie, personaggi, aneddoti e trame, vizi e virtù, peccati, passioni e grandi slanci ideali: questo raccontano i suoi libri, i suoi gioielli letterari.
E ci ha ospitato dentro città in parte inesistenti, ci ha fatto conoscere uomini e donne folli e perbene allo stesso tempo. Ed è sempre riuscito a portarci con sé, sequestrando la nostra attenzione e parte delle nostre vite; ci ha obbligato a seguirlo, a vivere con lui in una dimensione dove vince sempre la linearità e la genuinità della vita.
Mille pericoli e mille vicoli ma alla fine ciò che rimane fra le nostre mani è, sempre, il profumo delle coscienze pulite.
I suoi personaggi, i suoi eroi, d’altronde, sono come lui: leali, generosi, contestatori, viziosi senza cattiveria, buoni come il pane.
Ci lascia una eredità meravigliosa: una Sicilia, che oggi, ancora, non esiste, ma che è già perfettamente disegnata.
Una “Sicilia Paradiso”, nella nostra Isola.
Grazie Maestro, grazie nostro “Capitano”, per aver tracciato la rotta.

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