In questo lungo frangente, fra il golpe bianco imbastito contro il nostro presidente Giuseppe Conte e l’imposizione di Draghi da parte di Mattarella alla politica, non si può dire che sia mancato una seria riflessione all’interno del Movimento 5 Stelle. Anzi.
C’è stato un dibattito intenso e anche un voto, in parte contestato per come è stato posto il quesito, ma, al di là delle opinioni di ciascuno di noi e del risultato finale, oggi tutti insieme ci ritroviamo a dover decidere del nostro futuro, del futuro del Paese e del futuro politico del Movimento 5 Stelle.
Abbiamo dibattuto, anche aspramente, a tutti i livelli, e anche il Gruppo parlamentare 5Stelle all’Assemblea regionale siciliana, di cui faccio parte, ha in più occasioni dichiarato la propria distanza dal nuovo governo Draghi: dalle logiche spartitorie a quelle partitocratiche, fino all’ evidente sbilanciamento di rappresentanza territoriale nella composizione ministeriale. Il Governo Draghi a detta dei soliti giornaloni dei grandi gruppi finanziari, doveva e dovrebbe essere il “governo dei migliori”.
Nessuno di noi ha nascosto lo sconcerto su questi aspetti.
Tuttavia, adesso, ci troviamo di fronte a una scelta morale.
E’ come se fossimo in procinto di attraversare in automobile lo Stretto di Messina per tornare a casa, o meglio, per tornare al punto di partenza. È vero – vi anticipo – Beppe Grillo nel 2012 lo attraversò a nuoto, fra lo stupore di tutti, ma riuscì a farlo perché caricò su di sé tutta la responsabilità di quel momento.
Il governo Draghi è un po’ la stessa cosa: un mezzo che “traghetti” il Paese alle elezioni e che intanto attraversi il mare aperto dei prossimi mesi.
Alcuni di noi avranno nausea, dolori allo stomaco, cerchi alla testa, ma bisogna resistere, è necessario per approdare a casa tutti insieme.Abbiamo un progetto da far ripartire e un presidente del Consiglio da restituire al “Paese Italia”; basta spegnere la Tv per qualche istante per accorgersi dell’enorme consenso, dell’affetto e della straordinaria stima che Giuseppe Conte ha saputo alimentare, spontaneamente, attorno a sé e al suo signorile lavoro politico.