21
Set
2020
Giorno 21 ho partecipato all’incontro pubblico con Claudio Fava, Presidente della Commissione Antimafia dell’ARS, che ha presentato la relazione sullo scioglimento del Comune di Scicli.
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Tanti sono i dubbi e le coincidenze che destano sospetti nella storia dello scioglimento di Scicli: è chiaro che ad averne subito le conseguenze è stata, in primis, la città, che ha visto due anni di commissariamento. Non meno importante è il danno patito dall’ex sindaco Susino, per cui la vicenda ha avuto ricadute anche sul piano personale ed umano. Non dobbiamo abbassare lo sguardo su questa storia travagliata: la vicenda non è del tutto chiusa, bisogna ancora individuare i mandanti che stanno dietro allo scioglimento.
Inoltre, una ferita tanto grave ci esorta a riflettere seriamente sui limiti dello strumento stesso: lo scioglimento è utile per difendere la democrazia, laddove questa s’incancrenisca e diventi vittima del potere mafioso, tuttavia la normativa che lo disciplina presta il fianco a delle critiche. Infatti, è uno strumento estremamente discrezionale, che non offre contraddittorio e che colpisce solo ed esclusivamente l’organo politico e mai quello dirigenziale, molto spesso più marcio del primo. Queste considerazioni trovano riscontro non solo nel caso di Scicli, ma anche in quello di Siculiana e Racalmuto, pertanto è importante pensare a una seria riforma della stessa legge.