Alla vigilia della pubblicazione, il bando che metterà 125 milioni di euro a disposizione delle imprese danneggiate dal lockdown mostra già le prime falle. Alcuni codici Ateco, sarebbero esclusi dalla possibilità di partecipare all’assegnazione dei fondi. Le imprese hanno capito che il governo siciliano fa più danni del Coronavirus e la scelta del click day per l’erogazione dei fondi di ristoro ai danni della pandemia ne è l’ennesima dimostrazione.
Ci sono arrivate segnalazioni in tal senso da parte di alcune imprese escluse. Tutte le imprese danneggiate dal lockdown devono poter partecipare per avere l’opportunità di rimettersi in carreggiata, ma a quanto pare alcune categorie non potranno farlo perché non ammissibili all’utilizzazione dei fondi Fesr. Una follia dovuta all’ostinazione del governo Musumeci a voler utilizzare questi fondi, creando così di fatto enormi sperequazione di trattamento tra le imprese.
Altro tallone d’Achille nel bando di assegnazione dei fondi è per il M5S la modalità del click day, che non garantisce a tutte le imprese le stesse possibilità di successo, a causa della loro diversa collocazione geografica. Dopo le pessime esperienze del passato si torna ad un metodo che chiaramente avrà figli e figliastri, a causa delle grandi disparità di infrastrutture delle reti digitali presenti sul territorio siciliano tra aree urbane ed aree interne. Il vero e grande timore degli imprenditori è la già manifestata incapacità dell’ente di reggere i notevoli flussi di domande che saranno presentate con tale procedure, senza che vi sia alcuna garanzia sui tempi di erogazione dei fondi. Non si capisce come mai non si sia utilizzato già un sistema ampiamente collaudato come quello utilizzato dal Governo italiano con l’Agenzia delle Entrate per l’erogazione del Fondo perduto che con estrema rapidità ed efficienza ha erogato i fondi mediamente non oltre 10 giorni. La Regione ha già delle convenzioni sottoscritte con l’agenzia per l’erogazione del credito d’imposta e mai si sono manifestati dubbi o lamentale da parte delle imprese, poteva quindi tranquillamente utilizzarle senza creare inutili doppioni. Perché si è fatta un’altra scelta, fra l’altro già fallimentare in passato?
Dato che Musumeci e soci si sono incaponiti con il click day, corrano quantomeno ai ripari potenziando di uomini e mezzi il dipartimento che dovrà esaminare le domande pervenute. Il click day suggella l’impossibilità da parte del governo siciliano di scegliere su criteri di opportunità e giustizia, affidandosi a una gara che sancisce solo chi sarà più veloce a cliccare e chi dispone di una connessione veloce. Il pasticcio è già avvenuto per le aziende che nel 2017 sono state finanziate con la misura 3.5.1 del PO FESR 14-20 che hanno anticipato i fondi e che ancora aspettano le somme già spese in anticipo e rendicontate. La vicenda di queste imprese che erano in piena salute, ma non per molto vista la bravura del dipartimento Attività Produttive, dimostra che Musumeci soffoca il sistema produttivo siciliano. Avrebbero fatto bene in Regione ad adottare il metodo del Governo nazionale che lasciando all’Agenzia delle Entrate l’erogazione dei fondi, riesce a liquidare in 10 giorni senza lamentele e ricorsi. Così, l’art. 7 del famigerato avviso del click che prevede adempimenti e istruttoria a carico del dipartimento regionale per le Attività Produttive suona più come una minaccia, visto come hanno gestito le erogazioni per le aziende che aspettano dal 2019. La situazione ovviamente andrà ad ingolfarsi anche per questa nuova tornata e le aziende in difficoltà finiranno per chiudere. Se Musumeci e soci vogliono metterci una doverosa pezza, perché ricordiamolo, qui c’è in ballo la vita di centinaia di imprese, corrano ai ripari potenziando il sistema di analisi delle domande e provvedano ad erogare le somme in tempi rapidi.