Insieme al Consigliere Comunale di Modica Marcello Medica siamo intervenuti per chiarire la nostra posizione sul trasferimento del Covid-Hospital da Modica al ‘Maria Paternò Arezzo’ di Ragusa.
Il problema dell’Ospedale ‘Maggiore’ di Modica non è sicuramente il trasferimento del Covid-Hospital da Modica al ‘Maria Paternò Arezzo’ di Ragusa, che ci può anche stare dato che soltanto a Ragusa, compreso il ‘Civile’ dismesso, vi sono ben tre ospedali; il problema non è costituito nemmeno dai fondi destinati al futuro dell’emergenza e non tanto al ristoro delle strutture che l’hanno già affrontata, semmai il vero problema è il continuo depotenziamento del nosocomio modicano e ciò principalmente grazie a chi ha operato scelte scellerate che fino ad oggi dimenticano che l’ospedale di Modica è a servizio di un vasto territorio non solo ragusano ma anche siracusano.
Occorre, infatti, evidenziare che alcune criticità dell’ospedale Maggiore sono ormai da tanti anni sempre presenti e forse ancora più acuite, una tra tutte la struttura del Pronto Soccorso, senza gli otto posti letto di Astanteria, con i conseguenti organici medici e infermieristici insufficienti e ciò nonostante il ‘Maggiore’ sia un Dipartimento Emergenza e Accettazione (DEA) di I livello; nonché le annose carenze strutturali in Rianimazione in Pediatria, in Chirurgia e Otorino. Per non parlare del degrado che da decenni permane nella parte esterna, con l’ex auditorium, ancora da completare e il parcheggio chiuso ai pazienti poiché ancora oggi inagibile.
Infine una nota politica tesa a fare un po’ di chiarezza su chi ha veramente a cuore le sorti dell’Ospedale ‘Maggiore’: Oggi, c’è chi, come il sindaco Abbate protesta per il trasferimento del Covid-Hospital da Modica a Ragusa, ma da parte mia posso soltanto testimoniare che nel momento in cui il M5S di Modica, tramite il sottoscritto, presentò nei mesi scorsi, un ordine del giorno in Consiglio Comunale sul depotenziamento dell’ospedale ‘Maggiore’, l’attuale maggioranza politica che sostiene lo stesso Abbate ha avuto il coraggio di bocciare l’atto a sostegno del nostro ospedale”. Un ordine del giorno, ricordiamo, avente ad oggetto le pesanti problematiche connesse e consequenziali al costante e progressivo depotenziamento dell’Ospedale ‘Maggiore’ di Modica e indirizzato al Ministro della Salute, all’Assessore Regionale alla Sanità, al Direttore Sanitario dell’Asp di Ragusa, al Direttore Sanitario dell’Ospedale ‘Maggiore’ di Modica e a tutta la deputazione nazionale e regionale iblea di riferimento.
Non ho mai pensato alla politica come spazio di lotta campanilistica. Dobbiamo iniziare a superare i frazionamenti mentali che obbligano a pensare Ragusa contro Modica, Modica contro Pozzallo, Scicli contro Modica, o questo paese contro quell’altro. Non se ne sente il bisogno. Il nostro territorio ibleo-ipparino è unico, uno ed uno soltanto. Vi assicuro che noi deputati regionali, spero in tal senso di poter parlare senza essere contraddetta, per vincere alla Regione le battaglie politiche territoriali abbiamo assoluto bisogno di una comunità provinciale unita, soprattutto abbiamo la necessità che i nostri dodici sindaci lavorino a fianco a fianco, a maggior ragione sul versante delle infrastrutture, degli investimenti economici e della sanità in primis. L’ospedale di Modica sarà difeso a spada tratta da tutta la deputazione, Abbate ne sia certo, oltretutto il considerarlo ospedale Covid non significa per nulla ‘potenziarlo’ semmai è proprio l’esatto contrario. E, d’altra parte, è necessario circoscrivere le funzioni anti-Covid in una struttura fisicamente e tecnicamente isolata, già pensata per le malattie infettive. Non voglio assolutamente prendere parte alla diatriba fra Razza e Abbate, ma i cittadini modicani devono sapere che noi ci siamo, e vigileremo, anche rivolgendoci direttamente al nostro Ministro della Salute.
Il M5S è più che presente e la sua attenzione al Maggiore di Modica, così come a tutte le altre strutture sanitarie dell’ex provincia di Ragusa, non si è mai allentata, lo testimoniano le azioni del passato, come quelle attuali e future, tutte esclusivamente a tutela di una sanità pubblica che deve essere sempre più efficiente e a servizio del cittadino.