18
Set
2020
1. POTERE AI TERRITORI
La rappresentanza non si fonda esclusivamente sul numero dei parlamentari legati al territorio, anzi questa spesso è ininfluente dentro il Parlamento, essa si fonda principalmente sul ruolo che hanno i partiti, insieme a quello della società civile e delle autonomie locali, dentro il parlamento e le istituzioni in generale. Bisogna scollegare il concetto di rappresentanza con quello di “favore”, spesso il deputato più forte o più furbo, riesce a sottrarre risorse a un territorio per darle ad un altro. La buona politica deve funzionare diversamente, non è il singolo a portare avanti proposte che, spesso e volentieri, sono favori utili a mantenere vivo e intatto il bacino personale di voti, le istanze devono essere sostenute da interi gruppi politici perchè sono proposte di buon senso, inerenti con i programmi e i progetti politici condivisi e a beneficio di tutta la collettività. Pertanto non ha senso pensare che più parlametari di un territorio ci siano più democrazia c’è, secondo questo principio allora potremmo avere un numero infinito di parlamentari. I benefici di una riduzione parlamentare portano inoltre a una minore frammentazione partitica, quindi più efficienza e semplificazione soprattutto nei lavori delle Commissioni. Un Parlamento con meno eletti rappresenta un luogo dove le decisioni sono prese più rapidamente e con più efficacia inoltre diminuendo il numero dei parlamentari si tende ad avere una maggiore responsabilità e presenza fisica degli eletti. In buona sostanza la riforma vuole dare un nuovo senso di valore al concetto di rappresentanza, non è una modifica ideologica ma culturale.
2. DEMOCRAZIA TECNOLOGICA
Dal 1948 ad oggi, da quando, dopo la caduta del fascismo, i nostri padri costituenti promulgarono la Costituzione, ci sono stati molti cambiamenti sociali, culturali, economici e politici, cambiamenti che non giustificano più una rappresentanza così capillare. Basti pensare a come sono cambiate le forme di comunicazione e a come si sono accorciate le distanze. Le Regioni inoltre, hanno visto incrementare la loro competenza legislativa in molte materie e tante altre sono state assunte dai parlamentari europei. Un cittadino oggi è ampiamente rappresentato a diversi livelli istituzionali (Comuni, province, regioni, Parlamento Nazionale e Parlamento Europeo) inoltre è in possesso di strumenti di informazione immediata, che permette a tutti di essere presenti in tempo reale ovunque. Gli strumenti tecnologici di oggi dovrebbero rendere del tutto superate le concezioni con cui si pensava al rapporto eletti-elettori.
3. LA PIAZZA NEL PALAZZO
Ma siamo veramete sicuri che i cittadini vogliono questo? Il parlamento si esprime su quale numero di rappresentanti sia congruo, sulle proprie indennità, sulle proprie pensioni, sui vitalizi, su tutti i benefici e il personale di supporto alla propria attività. In buona sostanza il parlamentare vota per se stesso e il più delle volte decide di votare per non perdere i privilegi, la poltrona, il ruolo e il potere che la politica gli ha messo a disposizione. Sembra ci sia un conflitto di interesse in questo, infatti fino ad oggi nessun altro partito o gruppo politico, fatta eccezione per il M5S, ha lottato mettendoci la faccia per votare a sostegno dei cittadini e a discapito dei proprio interessi.
4. MENO QUANTITÀ: PIÙ QUALITÀ
La rappresentanza a cui bisogna veramente puntare con una riforma elettorale non deve essere quantitativa ma qualitativa, con eletti piuttosto che nominati dalle segreterie di partito. Attualmente le nostre camere non sono rappresentative perchè nessuno materialmente ha scelto, entrando dentro la cabina elettorale, il nome e il cognome del proprio candidato, l’elettore si è limitato a sbarrare un simbolo. Queste scelte imposte dall’alto spesso portano a nomi altisonanti che sono i maggiori assenteisti, gente che punta più alle presenze televisive che a quelle per cui sono stati delegati, Non svolgono il proprio ruolo ma ricevono comunque lauti compensi.
Questa riforma è solo l’inizio, è l’occasione che ci porterà ad una riforma elettorale, se si voterà No questa occasione potrebbe non ripresentarsi, non possiamo sprecarla. La fase succesiva oltre alla modifica della legge elettorale e quella di ampliare l’uso degli strumenti digitali per puntare a un maggiore coinvolgimento dal basso, la democrazia diretta e partecipativa è la soluzione a cui tende il M5S, bisogna dare più potere ai cittadini.
5. RISPARMIO E CREDIBILITÀ
Il risparmio della spesa pubblica non è irrisorio o secondario come spesso vogliono farci credere, si pensi che in questa legislatura, grazie al M5S la camera ha già fatto risparmiare allo Stato 265 milioni di euro, risorse che sono state destinate alle popolazioni terremotate e al personale medico sanitario.
Riducendo da 945 a 600 i parlamentari, con un taglio di 345 poltrone, ovvero 230 alla camera e 115 al senato, tra stipendi, spese accessorie, e pensioni, si risparmierebbero 100 milionil’anno ovvero 500 milioni per un’intera legislatura. La nostra battaglia per i tagli ai costi della politica è duratura negli anni, da 8 anni decurtiamo i nostri stipendi, solo alla regione abbiamo già restituito circa 5 milioni di Euro, inoltre abbiamo lottato per tagliare sprechi e vitalizi.
Saremo inoltre finalmente equiparati al resto dei parlamentari delle altre Nazioni Europee, restituendo un’immagine positiva dell’Italia e riabilitandola di fronte agli occhi di chi ci osserva da fuori come una Nazione del lassismo, delle ruberie e degli sprechi. La Germania ha 709 parlamentari, il Regno Unito 650, la Francia 577, la Spagna 558, la Svezia 349, la Grecia 300. In pratica votando Sì, il numero di parlamentari per 100.000 abitanti scenderebbe dall’1,5% all’1% che è esattamente quello della media europea.
SMENTIAMO LE FAKE NEWS
- Nessun territorio sarà meno rappresentato rispetto ad altri perchè la riduzione non riguarda i territori ma i suoi rappresentati in proporzione al numero di residenti
- Resterà intatta la rappresentanza delle minoranze in proporzione
- resterà intatta la rappresentanza degli italiani all’estero in proporzione. da 12 passeranno a 8 per la camera e da 6 a 4 per il senato
- la riforma riduce il numero dei parlamentari e non incide sull’ampliamento dei collegi, questo sarà esclusivamente una libera scelta del legislatore