04
Ott
2020
Non è un gioco di parole, è la realtà che stiamo vivendo. È la volontà esplicita di riprendere un cammino fatto di confronto, di riflessione, di discussioni accese e di dibattito vivo. È vero, a volte volano lapilli vulcanici e parole infuocate, altre volte arrivano ammissioni di responsabilità e inviti alla memoria comune. Il nostro Beppe Grillo in tante circostanze interviene, con lampi di genio: “Dite al treno che io passo solo una volta” oppure “Vendo pietra pomice per smerigliare cervelli”. Lo fa quasi sempre rivolgendosi a certi portavoce eletti, a quelli che pensano di tracciare sentieri autonomi, a chi ha dimenticato su quale treno sia salito.
Contemporaneamente, dentro la nostra creatura, come in un organismo vivente, c’è un incessante formicolio di base: ci si interroga sul futuro del Movimento, su come accudirlo meglio e, soprattutto, su come farlo diventare maturo, compiuto e strutturato. In tanti esponiamo la nostra opinione, scriviamo e leggiamo post, ascoltiamo interviste, troviamo dichiarazioni sui giornali o ascoltiamo auspici durante i comizi, ne parliamo nelle riunioni di meetup e ci scambiamo link più o meno interessanti. Il confronto, è necessario proprio per questo. Ognuno di noi è portatore di un originale punto di vista, ogni attivista conosce un difetto, vive un limite; ogni iscritto al Movimento può contribuire con una narrazione illuminante della situazione attuale. E, sappiamo che non ci si confronta per “vincere” ma per imparare, migliorare, crescere e, quindi, star bene con la propria coscienza personale e nella coscienza collettiva.
Il contributo di ognuno dovrebbe comunque fare riferimento a una considerazione iniziale: il 4 ottobre del 2009 fummo travolti da uno straordinario “sentimento”, una sorta di desiderio di fusione. In un grande slancio collettivo migliaia e migliaia di noi, sostenitori del Movimento, aderendo alla visione politica di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio, fondammo in Italia la più grande “Comunità” politica di questo nuovo secolo, tradottasi in migliaia di meetup, Rousseau, gazebo, V-Day, Italia 5 Stelle, votazioni on line. E, poi, gli straordinari successi elettorali del 2013 e il 33% del 2018 che ci ha portato alla salda guida del Paese, grazie anche al nostro attuale presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Il “movimento” è nato da un “innamoramento”, da uno slancio iniziale, da un desiderio straordinario di fusione con un singolo partner, come nella coppia, oppure dall’adesione, quasi incondizionata, a un organismo politico collettivo. Ora, però, dobbiamo passare da uno “stato nascente”, ovvero da un innamoramento iniziale, e travolgente, a una relazione e strutturazione più matura, più cosciente, di “visione lunga”. Ed è proprio ciò che accade a una qualsiasi coppia: ci si conosce, ci si frequenta, e alla fine ci si ritrova a dover decidere che forma dare alla propria relazione. Non di rado la relazione stessa finisce, tante invece sfociano in matrimoni felici e duraturi.
In un movimento collettivo le dinamiche sembrano simili. Si rischiano continuamente equivoci, si litiga su aspetti contingenti, si ricreano inaspettatamente alleanze, inimmaginabili fino al giorno prima, ci si interroga insieme e magari si trovano risposte divergenti. È tutto umano, molto umano.
Il confronto verso cui ci dirigiamo, ovvero gli “Stati generali”, segneranno il nostro Movimento in maniera indelebile, sarà l’approdo da cui ripartire con uno slancio e una visione rinnovata, una prospettiva lunga e ampia, dovrà in ogni caso essere il momento in cui le ambizioni individuali dovranno convergere con le scelte della nostra Comunità. Parliamo sempre della nostra visione politica nazionale come di un agire verso il Bene Comune, per una volta potremmo “egoisticamente” rivolgere questa aspirazione al nostro stesso Movimento 5 Stelle.
Ecco! Facciamo il Bene Comune del nostro Movimento e del nostro Paese, assieme, contemporaneamente. Si può fare, ne siamo certi, è il nostro Dovere, di portavoce, di attivisti e di iscritti. Buon undicesimo Compleanno!