Il mal costume delle riviste patinate, bodyshaming e minorenni

31 Ago 2020

C’è un limite a tutto, in questi ultimi giorni d’estate, il gossip ha urtato contro una dura regola del giornalismo, che era andata dimenticata. Il lettore potrà pure non essere informato su tutto, ma non è mai stupido. Così, la macchina dei click si è inceppata su alcuni articoli di gossip che hanno dato il peggio. Partiamo dalla rivista “Dagospia”  che ha attribuito alla ministra Azzolina un “chiappone impiegatizio sedentario”, questo modo di fare giornalismo non è neppure gossip bensì violare l’intimità di qualcuno e ridicolizzarne l’aspetto fisico evidenziandone i difetti. Come ha replicato la stessa Ministra “un certo modo sessista con cui sono sempre trattate le donne, il loro corpo, la loro dignità. Quando  mai avete visto il titolo di questo tipo sul corpo di un uomo?”.

Capisco che ci sono riviste che hanno una chiara impostazione e che non si occuperebbero mai di raccontare delle proposte politiche o dei successi di un personaggio pubblico, ma solo dei pettegolezzi della loro vita privata. Tuttavia, corre comunque una bella differenza tra un pettegolezzo e le volgari allusioni. Un altro esempio ci fa riflettere, è quello degli scatti rubati e volutamente ambigui di Luigi Di Maio al mare pubblicati su “Oggi” (con goffe giustificazioni a pubblicazione avvenuta): il meccanismo è perverso, il discorso sterile, il confine tra il proprio diritto al pettegolezzo e quello degli altri alla dignità sembra troppo sottile nel tempo delle vacche magre.

Il peggio, infine, lo ha dato un giornale italiano che spesso sessualizza le notizie, e in cui il corpo di ragazze e bambine viene reso oggetto di attenzioni non consensuali. “Gente” mette in risalto nella sua copertina la 13enne figlia di Totti e della Blasi: il volto è censurato ma il lato B è bene in mostra, si tratta di Chanel Totti. TREDICI ANNI. La foto ha creato una polemica, la ragazza, ancora bambina è in compagnia del padre e un titolo allude alla somiglianza tra lei e Ilary Blasi, nulla però distoglie l’attenzione dal vero soggetto della foto. I vip vivranno di scatti rubati e vite spiate, ma esistono delle regole, anche non scritte. Violarle equivale a sbloccare nuove risorse per avere più lettori: il giornalismo è in crisi e il pezzo acchiappa clic costa poco. Si specula facile sulla chiacchiera e l’ambiguità del messaggio ma violare una tredicenne non ha nessuna plausibile giustificazione.

Nella relazione perversa tra personaggi pubblici e occhi indiscreti, certi giornali hanno vita facile ma non tutti i vip e non tutti i politici sono uguali, c’è chi si presta volentieri al gioco. Corre infatti sempre una netta differenza fra scatti rubati che svelano momenti intimi e di relax degli ignari protagonisti, il più delle volte evidenziandone i difetti fisici e le immagini in posa. In questo panorama non mancano figure politiche opache. Stelle che non possono splendere di luce propria, ma in grado del peggiore inquinamento luminoso. Papeete docet… Livelli altissimi dove la fratellina d’Italia Giorgia Meloni posa con un bikini Tricolore sulla copertina di @Novella e il legaiolo Matteo Salvini si fa fotografare desnudo indossando solo una cravatta verde per il settimanale @Oggi. C’è sempre chi come loro ne trae una certa convenienza e visibilità e utilizza proprio queste riviste patinate e i settimanali per mette in risalto il solito modo di ostentare e fare propaganda con articoli privi di ogni contenuto cosi come lo sono i soggetti in questione.

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