Non si ricorda a memoria d’uomo un Primo Maggio come quello di oggi; in un periodo così anomalo, così fuori dall’ordinaria quotidianità.
Dovrebbe essere una giornata di pausa dal lavoro, una giornata diversa da tutte le altre, di riposo e di serenità, e invece sembra di vivere oramai da troppo tempo, da quasi due mesi, in un Primo Maggio dilatato.
Eppure, la Festa di oggi, la Festa dei Lavoratori, non potrà mai perdere di significato: oggi si celebrano i diritti conquistati dentro le fabbriche, nelle campagne, in tutti i luoghi del “lavoro” moderno e contemporaneo, intellettuale e manuale che sia.
E “celebrare” le vittorie, e i sacrifici, nel mondo del lavoro significa anche saperne cogliere l’aspetto più profondo e valoriale.
Ecco cosa ci ricorda il grande Adriano Olivetti:
“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo”.
“Oggi, quindi, il miglior modo per onorare questo Primo Maggio è pensare a come innovare, affinché i diritti che tutelano i lavoratori rispecchino sempre di più il tempo in cui viviamo” suggerisce Casaleggio.
Stiamo comprendendo, con forza, la ricchezza dell’aver tempo per sè, per le nostre famiglie, per i nostri ricordi, e stiamo sperimentando quanto sia sano e giusto il poter lavorare anche da casa, in smart working. Penso ad esempio alle lavoratrici madri, o a chi sarebbe costretto a fare centinaia di inutili chilometri, sprecando tempo, energie e magari inquinando.
Altri, che lavorano con le proprie “braccia”, avvertono la necessità di dover lavorare meno ore al giorno, con più sicurezza, con più protezioni, anche con più autonomia e ingegno personale.
Ecco, è arrivato il tempo di mettere in atto un’altra rivoluzione, incentrata sulla più grande ricchezza: il nostro tempo personale.