Ancora capaci di amare

23 Mag 2018

“Falcone e Borsellino erano uomini molto preparati che si dedicavano al loro lavoro con passione sincera. Erano persone serie. Persone che facevano sul serio. E ancora oggi ci fanno male gli insulti e la derisione che gli ipocriti hanno vomitato loro addosso. Gli insulti di tutti quelli che non facevano sul serio affatto e per paura d’essere smascherati come impostori si sono coalizzati in massa contro di loro. Gli impostori che sono sempre ugualmente numerosi perché appunto quel pensiero quel modo di porsi di Falcone e Borsellino si deve ancora affermare.

Per questo sono così vivi nelle nostre menti e tutti gli anni gli rendiamo omaggio ed è una gioia per tutti cimentarsi in discorsi di lode su di loro e su chi li ama. Guardiamo le loro fotografie e quando sorridono sorridiamo anche noi. Appaiono nei nostri sogni, ispirano i giovani, fanno venire voglia di sapere tutto di loro. E sapere perché sono morti. Di che sono morti. Chi li ha uccisi? I collusi, i benpensanti, la mafia nello stato, la mafia che è in noi, sono morti per quello che quello che avevano capito? E cosa avevano capito che noi non abbiamo capito se siamo vivi? Sono morti per quello che avevano fatto o per quello che stavano per fare e cosa stavano per fare?

La giustizia deve essere la nostra bandiera. È ovvio ad esempio pretendere che i rappresentanti delle istituzioni rispettino le sentenze, che non insultino i giudici. Perché rappresentano le istituzioni. Questo non significa affatto che un comune cittadino non possa criticarle. È ovvio pretendere che chi rappresenta le istituzioni non derubi i cittadini che dovrebbe rappresentare, ma è troppo poco chiedere a un politico che sia “pulito”. Uno che non commette reati può essere anche un cretino o uno che non li ha commessi perché non ne ha avuto l’occasione. Viceversa un No-Tav per esempio condannato per resistenza a pubblico ufficiale o peggio perché non dovrebbe potere essere eletto?

I tribunali sono importanti certo all’interno di un sistema democratico ma prima di tutto ci deve essere il sistema democratico. E solo una cultura laica appunto può produrre questo sistema.

Non servono a nulla le trovate di comunicazione, gli ascolti alti, la visibilità, non cambiano nulla producono solo fenomeni speculari di segno opposto egualmente di successo.

Quello che manca è l’impegno serio, l’onestà di chiamare un impostore col suo nome.

La perseveranza, il coraggio di pagare i prezzi che ci sono da pagare se si fa sul serio. Lasciamo lo spettacolo al suo posto dove ha una sua funzione importante. E se la smettessimo di pensare che la nostra missione sia convincere o manipolare masse di imbecilli? Se prendessimo atto che siamo tutti degli imbecilli se ancora non siamo venuti a capo di nulla, di nessuna strage, di nessun complotto, di nessuna rapina ai nostri danni. Certo è una provocazione, sono convinta che le battaglie di tanti hanno fatto per lo meno da argine. Hanno rallentato per lo meno il degrado.

Ma per la mia esperienza di fronte all’ennesima prepotenza, mi è utile pensare che sono un’idiota, per ripartire di nuovo da zero e riformulare tutte le domande da capo. Se siamo stati del tutto o in parte superficiali, inconcludenti, narcisisti o rassegnati, conformisti e alla fin fine ancora paurosi cerchiamo di crescere, smettiamo di cercare, padri leader, fenomeni mediatici, smettiamo di cercare il successo che sta alla vittoria come la legalità sta alla giustizia,e domandiamoci di nuovo seriamente in che mondo vorremmo vivere e cosa possiamo fare singolarmente e collettivamente per rendere concreto quel mondo. Laicamente, un passo alla volta, correggendo il tiro lungo il percorso, riprendiamoci le nostre vite e lasciamo morire Falcone e Borsellino come ormai si meritano. ”

Sabina Guzzanti

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