Ai traditori del popolo

14 Dic 2019

Questa mattina pensavo al valore del voto, al carico personale che ogni eletto ha e al carico attribuibile al simbolo che lo ha candidato in una lista. Sicuramente ogni elezione ha un po’ dell’uno e un po’ dell’altro ma, ad onore del vero, nel Movimento 5 Stelle il simbolo ha avuto sempre un peso maggiore perché i candidati sono stati scelti fra persone comuni, fuori da ogni personalismo e popolarismo, accomunati dal bisogno di onestà e di buon senso che dovrebbe caratterizzare la politica, inoltre, sia alla Camera che al Senato, il sistema elettorale ha fatto sì che i candidati fossero dei nominati, eletti esclusivamente per il voto attribuito al simbolo.

Il simbolo ha consegnato a questi cittadini semplici un’opportunità. Purtroppo qualcuno di loro si è montato un po’ la testa e ha pensato di dimenticare ogni forma di coerenza e di promessa fatta al popolo. Ha pensato di poter curare i propri interessi particolari esattamente come hanno sempre fatto i molti politici dei partiti che abbiamo criticato e avversato. Ecco che in questi giorni, si è consumato sotto gli occhi di tutti un tradimento. Adesso non è importante ricordare i nomi delle ultime pecore emigrate in nuovi greggi, magari ce ne saranno altre fra qualche mese o anno; è importante invece che, il diritto alla libertà di opinione politica e di autonomia del proprio mandato, non venga utilizzato come alibi per giustificare il fatto che si può TRADIRE la volontà degli elettori, non basta.

Ricordo che nel nostro Movimento i transfughi si erano impegnati al pagamento di una penale da corrispondere in caso di cambio casacca, spero che sia vero, spero che si persegua legalmente nei confronti di chi ha sottoscritto un impegno, di chi ha fatto una promessa agli elettori, una promessa non mantenuta e io, come tutti coloro che abbiamo votato e sostenuto certi candidati, mi sento arrabbiata, tradita, delusa. In politica ci sono sempre stati gli opportunisti, persone che si candidano sotto un simbolo sapendo che tira buon vento e poi tradiscono il mandato che gli è stato affidato dagli elettori e dopo un po’, a volte quasi subito, si svendono ad altri partiti che ne acquistano con nonchalance la vigliaccheria e la disonestà intellettuale. Si tratta di eletti che tengono più alla loro poltrona che alla loro dignità. Fortunatamente i traditori possono uscire ma non possono più rientrare, certi eletti possono fuggire via per poltrone più ricompensate ma la porta non la potranno riaprire.

Come sempre è avvenuto in questi 10 anni, il Movimento 5 Stelle si differenzia da tutti gli altri per l’integrità dei propri principi fondanti e non cede nulla al particolarismo e alle pretese personalistiche. Da noi non entrano parlamentari eletti in altre formazioni politiche soprattutto se hanno già un mandato in corso. Gli altri partiti, invece, che regole hanno? Di cosa si nutrono? Come ingrossano le proprie fila? Con il mercato “delle pecore”, con la spregiudicatezza nell’accettare chi salta da un carro all’altro nel vano tentativo di cercare una garanzia politica, ma non funziona perché l’unica garanzia sono i cittadini, e nessuno di loro ha la memoria così corta da dimenticare una faccia! Ogni “portavoce” nel momento in cui cambia idea sulle motivazioni che lo hanno portato a candidarsi con il Movimento 5 Stelle, dovrebbe immediatamente rinunciare al proprio scranno nel Palazzo. Qualunque esso sia. Senza alcun tentennamento, tutto il resto sono parole false che non vibrano sinceramente.

Il valore di un uomo o di una donna si misura da questo, dal prezzo che dà alla propria dignità. Sono convinta che l’onore e la parola data agli italiani siano una cosa seria. Un giuramento. Costi quel che costi, porterò avanti il mio mandato con coerenza fino alla fine.

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