Viadotto Himera: tra cinque giorni la riapertura, ora Falcone si dimetta come aveva promesso

26 Lug 2020

Fino a qualche settimana fa era poco più  che una scommessa. E pure un tantino azzardata, ora è  una certezza: il viadotto Himera sulla A19 sarà riaperto il 31 luglio,  grazie alla grande accelerazione e all’impegno del viceministro Giancarlo Cancelleri, a riprova del fatto che se  le cose si vogliono veramente fare si fanno. Ora l ‘assessore Falcone, che  non credeva che ciò fosse possibile,  perché evidentemente usa come metro le capacità  operative del governo Musumeci, si dimetta,  come aveva promesso di fare se la data del 31 luglio fosse stata rispettata.

Del perché un assessore regionale debba quasi tifare affinché un’infrastruttura non venga realizzata ci dice molto dello spessore dello stesso; ma questo è il tratto distintivo del Governo Musumeci: tante chiacchiere e pochi fatti. Quello che invece ancora non sappiamo è se il buon Falcone le dimissioni le firmerà dopo o durante il taglio del nastro. Insomma, venerdì prossimo saremo sul viadotto della Palermo-Catania per una doppia festa, inauguriamo il ponte Himera (tutto merito del nostro Giancarlo Cancelleri); e salutiamo l’amico assessore Marco Falcone (che ha scommesso sul cavallo sbagliato: se stesso).

Il 31 luglio è una data altamente simbolica per il M5S e per tanti automobilisti siciliani. Quel giorno di 5 anni fa, grazie alle restituzioni di parte degli stipendi dei deputati regionali 5 stelle,  con la famosa trazzera riuscimmo a ricucire la Sicilia, spezzata in due dal crollo del viadotto, e quella strada per tanto tempo rappresentò l’unico modo per passare dal versante occidentale a quello orientale dell’isola e viceversa.

Gioire per questa  inaugurazione dopo 5 anni può  sembrare paradossale. Ma se non ci fosse stato l’impegno spasmodico di Cancelleri, che, già all’indomani del suo arriva a Roma, ha fatto fiato sul collo delle imprese, con ispezioni continue al cantiere, sicuramente saremmo ancora lontanissimi dall’inaugurazione, tant’è che nemmeno Falcone ci credeva,  arrivando ad annunciare le proprie dimissioni in caso di apertura del ponte a fine luglio. Quando, in seguito, l’assessore ha capito che i tempi sarebbero stati rispettati e che avrebbe dovuto dare l’addio alla poltrona, ha cercato, pateticamente, di fare marcia indietro rispetto alle sue dichiarazioni, asserendo che la sua era stata un’affermazione che fungesse da pungolo per l’Anas, cercando addirittura di prendersi un merito che sicuramente non ha. Per fortuna, i siciliani non hanno l’anello al naso e al suo tentativo di retromarcia per salvare la faccia non ha creduto nessuno. Ora  Falcone mantenga la promessa, anche perché sarebbe forse la prima mantenuta dal suo governo.

Se il governo Musumeci vuole proprio fare qualcosa in quest’area si attivi per mettere in sicurezza la frana che ha causato il crollo del viadotto. Finora, nonostante i quasi otto milioni di euro messi a disposizione per farlo, nulla è stato fatto.

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