Nessuno stop ai centri antiviolenza per le donne

01 Apr 2020

La violenza sulle donne, in questo periodo di emergenza, non si sarà di certo fermata. Ecco perché occorre porre la massima attenzione ad ogni piccolo segnale.

Il 1522 è il numero verde, gratuito, dedicato alle richieste di aiuto e sostegno alle vittime di violenza e stalking. In un momento così delicato come quello di restare a casa per contenere il diffondersi del corona virus, tante donne si trovano nella condizione assurda di vivere episodi di violenza e, allo stesso tempo, ad avere enormi difficoltà a denunciare. Proprio in questi giorni in cui siamo in guerra contro qualcosa di invisibile, infinitamente più piccolo e più grande di noi, c’è anche chi combatte una guerra personale, con la persona che è più visibile ai suoi occhi, quella con cui condivide casa e vita privata. L’ordine di stare in casa, difatti, rende la vita pesante a chiunque, figuriamoci a coloro che sono costrette a convivere con il marito o convivente dal quale ci si sta separando e con cui i rapporti sono ai ferri corti.

Un problema serissimo che sta ricevendo la giusta attenzione anche da parte della nostra Prefettura che ha altresì ribadito, durante un video incontro coi rappresentanti dei Comuni, la necessità che i servizi continuino a essere garantiti, anche per ciò che riguarda gli alloggi rifugio per le donne che ne necessitino urgentemente. “L’assenza, in questo ultimo periodo, di denunce all’autorità giudiziaria nonché le ridotte richieste di aiuto ai centri di riferimento antiviolenza e case rifugio, lasciano presagire una grande impotenza da parte delle donne. Le donne, infatti, a causa anche di spazi a volte ristretti e non sufficienti a garantire un’adeguata privacy hanno difficoltà persino a fare anche delle semplici telefonate per segnalare le minacce dei propri conviventi”, queste sono state le parole di Filippina Cocuzza, prefetto di Ragusa.

Ed è proprio in questi giorni, fra l’altro, che abbiamo l’occasione per riportare alla memoria i nomi e le storie delle tante donne, ragazze, madri, lavoratrici, che in questi anni hanno riempito le pagine dei giornali per essere state maltrattate, violentate o uccise. Le donne vittime nella nostra provincia, le ultime ad esempio, Maria e Alice, ma anche la giovanissima studentessa Lorena uccisa a Furci Siculo l’altrieri. Vittime, oltre che di uomini portatori di una violenza barbara e inaudita, soprattutto di un retaggio culturale arretrato che si è trascinato per secoli fino ai giorni nostri. Non so cosa passi in una mente criminale, so solo che la cultura del possesso e della prevaricazione debba essere sconfitta ed è preciso dovere di tutti noi e soprattutto di chi ha le armi e gli strumenti per farlo, lottare per ripristinare nuovi paradgmi. Solo con un costante, coeso, serio lavoro di educazione, riusciremo a sradicare questa terribile piaga sociale dalla nostra realtà. Ed è anche per questo che non dobbiamo arretrare d’un passo, dobbiamo proseguire istituzionalmente nel fornire strumenti decisivi a coloro che trovano il coraggio di uscire dalla spirale della violenza a cui sono sottoposte.

? L’Asp di Ragusa, a tal proposito, continua a garantire tutto il sostegno necessario con i servizi del Codice Rosa, del sostegno psicologico, con i consultori familiari e che è sempre attivo, 24 ore su 24, il numero verde gratuito 1522, dedicato alle richieste di aiuto e sostegno alle vittime di violenza e stalking.

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