È già da un mese che i ragusani sono chiusi a casa e ci resteranno sicuramente ancora per molto tempo.
Nonostante tutte le gravi conseguenze economiche, i miei concittadini stanno rispettando alla lettera tutte le ordinanze, sia nazionali che regionali, e tantissimi studenti e lavoratori ragusani, che vivono fuori sede, pur potendo, non sono voluti tornare per scrupolo dalle proprie famiglie.
Il sacrificio che si sta facendo è un dato certo perché la provincia di Ragusa è quella con minor numero di casi e contagi di tutta Italia. Abbiamo accettato tutte le misure sempre più restrittive, comprese quelle che tengono a casa pure i bambini affetti da patologie, eppure continuiamo a non essere sicuri e, se questo accade, è nostro dovere accertare se vi siano responsabilità e mancanze da parte di chi governa questa regione e che dovrebbe sempre scrupolosamente controllare tutto.
In questo momento non possiamo ignorare la questione migranti perché la salvaguardia anche di una sola vita umana è la missione di tutti noi. L’Italia con decreto ha già dichiarato l’impossibilità di assicurare i necessari requisiti per la classificazione di ‘porto sicuro’ per l’accoglienza migranti, non potendo più garantite tutte le ordinarie e obbligatorie attività di assistenza.
Nonostante questo, il problema continua a sussistere nel caso di migranti soccorsi da navi italiane in zona Sar italiana. Proprio lo scorso 7 aprile a Lampedusa c’è stato uno sbarco. I 67 migranti sono stati imbarcati sul traghetto per Porto Empedocle da dove hanno proseguito in pullman e sotto scorta fino all’hotspot di Pozzallo. All’arrivo uno dei giovani, un ragazzo di 15 anni, aveva la febbre alta e dopo i controlli è risultato positivo al Covid 19.
Adesso bisogna capire perfettamente se il minore migrante sia stato visitato in modo approfondito prima della partenza da Porto Empedocle per raggiungere Pozzallo; sarebbe infatti alquanto grave se il giovane avesse manifestato i sintomi già a Lampedusa o a Porto Empedocle e senza alcun controllo si fosse predisposto il suo trasferimento nella nostra provincia mettendo così in pericolo l’incolumità degli altri 67 migranti e di tutti gli operatori impegnati in prima linea nell’accoglienza.
Ora, chiaramente, tutta la struttura di Pozzallo è stata posta in quarantena e si chiede che vengano effettuati i tamponi sia agli altri migranti sia agli operatori del centro e alle forze dell’ordine che lo presidiano. Bene ha fatto il sindaco di Pozzallo ad aver sporto denuncia alla procura della Repubblica per accertare eventuali responsabilità e pretendere un’ispezione da parte dell’assessorato regionale alla Salute. Ed anche la procura di Ragusa, difatti, ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti dove si ipotizzano i reati di rifiuto e omissione di atti di ufficio e delitto colposo contro la salute pubblica, per accertare se ci siano state negligenze o responsabilità nel trasferimento del minore migrante.
La nostra Isola è da anni in prima linea per l’accoglienza dei migranti, anche con grandi risultati e con evidenti capacità organizzative, ed è per tutto ciò che la vicenda di queste ore non può e non deve essere trasformata in un facile e volgare incitamento al razzismo come invece sta avvenendo a causa dei toni inutilmente accesi che gli esponenti locali della Lega Nord stanno utilizzando anche nella nostra provincia, cavalcando spudoratamente paure, isterie e disinformazione.
Quella che abbiamo davanti è una vicenda legata alla pubblica incolumità; nelle strutture di accoglienza non può più essere garantita né la salubrità delle strutture stesse, né la sicurezza del personale, né dei migranti; oltre al fatto che spesso è stata violata anche la misura di quarantena da parte degli ospiti.
Nel pomeriggio di ieri, addirittura, la nostra sindaca di Porto Empedocle, Ida Carmina, ha dovuto prendere la situazione in mano firmando un’ordinanza con cui si vieta sbarco e transito dei migranti in città, proprio in considerazione delle già precarie condizioni del sistema sanitario in provincia di Agrigento. Difatti, i pericoli e le difficoltà dell’emergenza Covid-19 rischierebbero di essere ancora più complicati da affrontare. “Finché durerà l’emergenza sanitaria del coronavirus – ha detto – il porto di Porto Empedocle non assicura i necessari requisiti per la classificazione e definizione di Pos, porto sicuro”.