Caporalato: è ora di dire basta. Il governo regionale passi dagli impegni assunti ai fatti concreti

13 Mag 2020

Presentata una mozione del M5S che segue l’interrogazione di alcuni giorni fa e punta il dito contro le agromafie e i protocolli mai realizzati. Ogni giorno che passa è un torto ai lavoratori e un favore alle organizzazioni criminali. 

Il governo regionale deve fare la sua parte  per sconfiggere il caporalato in Sicilia. Serve un’analisi dello stato dell’arte dei vari protocolli attivati presso le prefetture e una programmazione di iniziative di concerto con le istituzioni nazionali. Bisogna passare dalle promesse dei protocolli cartacei ai fatti concreti.

Il fenomeno delle agromafie e il conseguente sfruttamento del lavoro nero da parte dei cosiddetti ‘caporali’ assume in Sicilia toni veramente drammatici, se pensiamo che nell’Isola il 50 per cento dei braccianti agricoli opera in modo sommerso e spesso in condizioni disumane, secondo quanto riferito dalle organizzazioni sindacali nel corso di un’audizione in commissione Agricoltura e Lavoro alla Camera dei deputati. Eppure sono nate diverse iniziative di contrasto, come la ‘Convenzione di cooperazione per il contrasto al caporalato e al lavoro sommerso irregolare in agricoltura’ firmata  lo scorso 20 novembre in prefettura a Siracusa o il protocollo d’intesa  tra Confagricoltura e la prefettura di Ragusa, sottoscritto il 3 dicembre 2019, nel corso dell’apposito tavolo tecnico permanente, in attuazione dell’accordo interministeriale del 27 maggio 2016 ‘Cura Legalità Uscita dal ghetto’.

Non vi è dubbio che nel silenzio generale dello sfruttamento di queste persone si sia incuneata anche  la malavita e tra le misure da adottare a contrasto del fenomeno era prevista per esempio una rete di infrastrutture per la videosorveglianza e la rilevazione ambientale delle attività criminose, con interventi pilota da realizzare in numerosi comuni del Catanese (Piana di Catania) e del Ragusano. Questo in base a una delibera del governo regionale del 13 giugno 2019 che destinava  risorse per realizzare questi interventi in base a un protocollo stipulato ad aprile 2018, con il ministero dell’Interno, nell’ambito di un programma del Pon Legalità 2014/2020), per il controllo del territorio anche contro il caporalato.

Non possiamo continuare a far finta di niente o a tollerare che a Cassibile, frazione rurale a pochi chilometri da Siracusa, in particolare tra i mesi di febbraio e giugno centinaia di braccianti agricoli africani subiscano una grave condizione di sfruttamento, vivendo in baracche di cellophane all’interno di un campo agricolo, in condizione di schiavitù. Questo è solo un esempio, ma sappiamo che ci sono molte aree della Sicilia dove si assiste a queste scene. Il governo regionale sia protagonista nel pretendere il concreto nell’avvio tutte quelle iniziative che sono state annunciate ma non ancora realizzate. Ogni giorno di ritardo è un torto ai lavoratori e un favore alle organizzazioni criminali.

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