Una pronuncia negativa che non ci fermerà. Il Movimento 5 Stelle continuerà a dare battaglia al progetto di ampliamento dell’impianto di gestione, trattamento e recupero dei rifiuti, pericolosi e non, di contrada Cuturi a Scicli. Un mega-impianto in totale contrasto con la vocazione turistica del comune di Scicli inserita nel 2002 tra i siti tutelati dell’UNESCO e sul quale pendono gravi e fondati dubbi sulla legittimità degli atti amministrativi all’insediamento, primo fra tutti un’autorizzazione del SUAP di Scicli nonostante ben due pareri di non conformità urbanistica degli uffici comunali competenti, in quanto in netto contrasto con le attività permesse in quei luoghi destinati esclusivamente all’uso agricolo.
Non abbiamo nulla contro la ditta che gestisce l’impianto ma sono evidenti i gravi pericoli per la salute pubblica connessi ad un impianto di una simile portata, soprattutto nell’impossibilità di effettuare concretamente i controlli necessari. Inoltre il centro abitato di Scicli è troppo vicino, non vi è la distanza minima di sicurezza. Stiamo parlando di un’area di un’importanza naturalistica e paesaggistica non indifferente, tanto da essere inserita, nel 2014, tra “i luoghi del cuore” dal Fondo Ambiente Italiano.
Il M5S già nel 2016, con una lunga serie di accessi agli atti e studio di documenti, era riuscito a bloccare l’iter dell’ampliamento, costringendo il Governo Regionale prima a sospendere le autorizzazioni e poi a revocarle del tutto, anche per la scoperta dei gravi vizi che inficiavano la procedura. Ma anche quella volta il Tar si espresse a favore dell’impianto.
Rispettiamo l’ordinanza del Tar ma continueremo a percorrere ogni strada possibile per cercare di bloccare questo mega-impianto. Sarà uno dei primi argomenti che porteremo in commissione ambiente ed esorteremo l’Assessore Cordaro, anche alla luce dei nuovi sviluppi, a revocare il D.A. 330 per sopravvenuti motivi di pubblico interesse o per il mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione o anche per una nuova valutazione dell’interesse pubblico originario, così come previsto dalla legge.