La mafia fa schifo! anche quando è un brand commerciale

01 Mar 2021

Non è più possibile tollerare la vendita di gagdets, magliette, tazze e bomboniere, portachiavi e quant’altro inneggianti alla mafia, a cosa nostra, ai mafiosi, al siciliano con la lupara e via dicendo.
È una violenza alla cultura della nostra Isola, alla memoria delle vittime e dei martiri assassinati da boss e manovali della criminalità organizzata, ed è anche un affronto alla decenza e all’immagine del nostro sistema dell’ospitalità e turistico-ricettivo.
Non ci meritiamo, oltretutto, di dover restare testimoni impotenti di vetrine piene di gagdets di questo tipo. È necessario intervenire con ragionevolezza e con forte spirito etico. Probabilmente sarà complicato da un punto di vista prettamente giuridico ma dobbiamo trovare il modo per mettere fine a questa maniera vile di rappresentare la Sicilia e i siciliani. D’altro canto è ancora più vile la stessa intenzione di volere speculare su una pagina così nera e tragica della nostra storia, passata, recente e attuale.
La mafia non deve essere un “brand” tollerato: è semplicemente barbarie.
Ecco perché ci tengo a rendere pubblico il mio assoluto sostegno all’iniziativa politica che Mario D’Asta, consigliere comunale di Ragusa, ha inteso promuovere in seno al civico consesso.
Anch’io farò la mia parte presso l’Assemblea regionale siciliana promuovendo uno specifico atto parlamentare che imponga un divieto alla commercializzazione di tale tipo di souvenir o, addirittura, di utilizzo di slogan, appellativi e riferimenti contraddittori per la denominazione di locali e prodotti vari.
Come dice Mario D’Asta: “Sono questi i souvenir che proponiamo per ricordare Ragusa a chi viene a trovarci? Diciamo no alla mafia brand dell’Italia e della Sicilia nel mondo perché ancora più grande è l’indifferenza diffusa e l’incomprensione che tali piccoli comportamenti non siano innocui ma alzino ogni giorno l’asticella dell’assuefazione all’illegalità anche tra i giovani”.

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