A seguito del provvedimento annunciato dal governatore siciliano, che riguarda complessivamente 26 interventi urgenti in tutta la Sicilia per pulire gli alvei di fiumi e torrenti, di cui 4 del ragusano: l’Irminio di contrada Margi a Giarratana (260mila euro); i corsi d’acqua pubblici del bassopiano ispicese (253mila euro); il torrente Modica-Scicli (264mila euro); il Dirillo in contrada Schembri ad Acate (253mila euro), chiediamo che il fiume Ippari rientri tra i diversi percorsi fluviali per i quali il presidente della Regione Musumeci ha programmato e disposto la pulizia. A parte le perplessità in ordine all’intervento sul Drillo che consideriamo assolutamente insufficiente dato il forte grado di inquinamento che abbiamo anche denunciato con forza nelle scorse settimane, ci chiediamo perché l’Ippari sia rimasto fuori dagli interventi programmati. Proprio in questo senso, abbiamo presentato un’interrogazione all’Ars di cui sono prima firmataria. Comiso è un comune ad alto rischio idrogeologico e, oltre al fiume Ippari, è attraversato anche da tre torrenti le cui acque, in buona parte durante le forti piogge, sfociano proprio nel fiume. Lo stesso fiume che già negli anni passati era stato oggetto di interventi di pulizia straordinaria con risorse stanziate dalla Protezione Civile Regionale e dallo stesso comune di Comiso, nonostante le difficoltà finanziarie che lo hanno portato al dissesto nel gennaio del 2012. Non vorremmo che magari qualche ex o attuale amministratore comisano sia colpevole di una qualche omissione in ordine alla richiesta di interventi. In ogni caso vigileremo e saremo attenti, per la grande sensibilità che ci ha sempre contraddistinto sui temi ambientali.
19
Ott
2018