Cordaro può dire quello che vuole, nel ddl governativo sull’edilizia c’è una sanatoria che va cancellata

09 Mag 2020

I deputati 5 stelle della commissione Ambiente: “Ignoranti noi? L’assessore farebbe bene a ripassare le norme sulla inedificabilità”.

Cordaro dice che nessuna sanatoria potrà vedere la luce col governo Musumeci? Bene, siamo felici, ma allora lui e tutto l’esecutivo regionale mettano subito la retromarcia e cassino l’articolo 18 del disegno di legge governativo sull’edilizia che, per quanto ne possano dire, è un condono a tutti gli effetti e quindi da cancellare, senza se e senza ma.
L’assessore regionale all’Ambiente  Cordaro ieri ha negato l’esistenza di un condono per le zone con inedificabilità relativa nascosto tra le pieghe del disegno di legge governativo, che ieri i quattro deputati hanno denunciato pubblicamente, ci sembrava doveroso rispondere.

La cosa assurda è che Cordaro nega non solo il tentativo di sanatoria nelle zone a inedificabilità relativa, ma, da quanto apprendiamo dalle sue dichiarazioni, nega anche l’esistenza stessa della inedificabilità relativa, cosa che ci lascia a dir poco interdetti. Stupisce e non poco, infatti, che non ricordi l’istituto disciplinato dall’articolo 32 della Legge 47/1985. In ogni caso, qualora fosse stato colpito da amnesia, siamo pronti ad aiutarlo: l’inedificabilità è relativa in tutti quei casi in cui sia condizionata da un parere dell’autorità preposta alla tutela di un vincolo. Sia esso idrogeologico, archeologico, paesaggistico e così via.

Quanto poi alle presunte sentenze delle Sezioni riunite del CGA che Cordaro porta a sostegno delle sue tesi, viene quasi da sorridere, perché in verità l’atto a cui fa riferimento è un semplice parere del CGA (e non una sentenza, come afferma lui), che in quanto tale ha natura meramente amministrativa e non giurisdizionale. Dunque neanche una sentenza. Di contro invece, esistono fiumi di sentenze (vere, non pareri) che dicono l’opposto.In pratica si vorrebbe estendere la sanatoria del terzo condono edilizio del 2003 anche per quelle domande relative ad immobili costruiti in aree vincolate. Fatto, tra l’altro, palesemente incostituzionale perché andrebbe ad incidere anche sul regime sanzionatorio penale.

La verità è che con questa manovra di basso livello non si fa altro che allargare la maglia degli abusi condonabili anche a quelli commessi in aree vincolate, come ad esempio nelle zone sottoposte a vincoli paesaggistici, archeologici e idrogeologici.  Alla faccia della sicurezza e della tutela del territorio. Questo è lo scempio che si vorrebbe consumare con la firma del governo Musumeci. Peccato per loro che ce ne siamo accorti. E ora faremo le barricate per fare carta straccia di questa norma.

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