Quella che si è andata delineando nella serata di ieri, durante l’incontro pubblico organizzato dai sindacati Cgil, Csil e Uil a Pozzallo, in merito al persistere dello stato di fermo dei lavori dei lotti autostradali Rosolini-Modica, è una trama politico-burocratica veramente tragica.
Una vicenda che vede intrecciarsi fra loro interessi speculativi da parte di chi dovrebbe semplicemente realizzare l’opera e consegnarla alla comunità, il disinteresse di buona parte della “classe politica”, o quantomeno, la disorganizzazione e la superficialità nell’affrontare i concreti problemi procedurali e giuridici, e l’oramai evidente incapacità, degli enti competenti, di progettare grandi opere prevedendo in tempo le criticità a cui lo svolgimento naturale dei lavori può andare incontro durante il percorso stesso.
Noi del Movimento 5 Stelle ci riteniamo innanzitutto vicini e solidali ai lavoratori, alle loro famiglie e dalla parte delle imprese fornitrici, e quindi, conseguenzialmente, al fianco dei sindacati e delle organizzazioni di categoria che tutelano i diritti degli operai e delle piccole ditte locali, letteralmente dissanguati dalle mancate liquidazioni delle fatture e di parte delle retribuzioni. Difatti i lavoratori attendono ben tre mensilità e le aziende sub-appaltatrici, e fornitori vari, addirittura non ricevono compensi dal luglio del 2016, cioè da oltre 19 mesi.
Le organizzazioni sindacali hanno anche lanciato un ultimo grido di allarme: il serio rischio che l’autostrada Siracusa-Gela si trasformi concretamente in una sorta di “Salerno-Reggio Calabria” del sudest siciliano. Non si può, infatti, sottovalutare il pericolo che l’opera si fermi definitivamente. Già da oggi, primo marzo, come abbiamo appreso dai sindacalisti della Uil, anche la “direzione lavori” non sarà più attiva. Una nuova evidente dolorosa tegola, che si aggiunge ai ritardi dei pagamenti da parte del Cas e alla vicenda del concordato preventivo della Società Condotte Acqua, di cui nessuno deve ormai far finta di niente, soprattutto chi fino ad oggi ha rappresentato il territorio ibleo nei governi che si sono succeduti in questi anni, sia regionali che nazionali.
Giusta e condivisa pertanto la rabbia e l’esasperazione dei lavoratori e dei fornitori. I tavoli tecnici e le passerelle politiche non bastano, anzi non servono a nulla. E’ assolutamente necessario che i cittadini della nostra provincia vengano informati della reale situazione politica, finanziaria e burocratica attuale. Noi portavoce del Movimento 5 Stelle staremo, oggi più di prima, esclusivamente al fianco di chi in questa opera ha “investito” il proprio sangue ed il proprio sudore. E così, come già anticipato da tutti i vari rappresentanti sindacali, il prossimo passo deve essere una seria mobilitazione civile, democratica e popolare, al fine di obbligare i governi alla realizzazione e al completamento delle infrastrutture strategiche per la comunità iblea: investimenti reali e riordino della compagine societaria dell’aeroporto di Comiso, ammodernamento della ferrovia con garanzie da sottoscrivere in seno al contratto di servizio decennale fra Trenitalia e Regione, superstrada Ragusa-Catania, tratto Rosolini-Modica e quindi autostrada Siracusa-Gela. Solo così potremo affermare di poter continuare ad essere ‘isola nell’isola’. Per raggiungere tale scopo, tutti noi cittadini dobbiamo cominciare a sentirci “Istituzione”, quindi non più delega alla politica ma partecipazione attiva, soprattutto d’ora in poi.