Viadotto Himera: Riaperto grazie al turbo messo da Cancelleri. E ora piede a tavoletta sulle strade abbandonate da anni

31 Lug 2020

Oggi si restituisce ai siciliani un’opera importante, ma se questo è stato possibile è stato solo grazie al turbo messo da Giancarlo al cantiere già all’indomani del suo arrivo al ministero. Negarlo sarebbe negare l’evidenza. 

Non è certo questa la tempistica con cui le istituzioni devono rispondere ai cittadini. Cinque anni sono un’era geologica per chi sconta sulla propria pelle  disservizi come quelli causati dal crollo del ponte, ma è di tutta evidenza che senza lo strenuo impegno  del nostro viceministro Giancarlo Cancelleri, che sul posto ha fatto una miriade di sopralluoghi, facendo fiato sul collo alle imprese, la riapertura sarebbe ancora un miraggio. Ora si applichi il modello Himera-ultima parte a tutte le strade abbandonate da tempo.

Ricordiamo che quella di oggi è una data alla quale noi del Movimento siamo molto affezionati. Lo stesso giorno di 5 anni fa,  con le donazioni di parte degli stipendi dei deputati 5 stelle all’Ars, riuscimmo a ricucire la Sicilia spezzata in due dal crollo del ponte con la famosa trazzera, mentre le istituzioni dormivano.

L’assenza di Musumeci e di qualsiasi rappresentanza regionale all’inaugurazione di un’opera molto importante per i siciliani come il viadotto Himera, ha scritto forse la pagina più nera del suo fallimentare esecutivo. E credeteci, ce ne voleva. L’assenza della Regione è l’immagine plastica e rissosa di un governo che non riesce a gioire del bene comune, se a questo ha contribuito in maniera determinante il governo nazionale. Questo incomprensibile atteggiamento polemico era già cominciato con la fasulla promessa di dimissioni da parte di Falcone di dimettersi che, da copione, Musumeci ha già respinto. Avrebbe fatto meglio a risparmiarsi e a risparmiarci questa farsa. Se voleva salvare la faccia, le sue dimissioni dovevano essere vere e senza appello, noi  che oggi eravamo tutti presenti al taglio del nastro sul viadotto dell’A19, continuiamo ad aspettarle.

Lo ribadiamo oggi non è una festa, ma la doverosa sottolineatura della riconsegna ai siciliani di un’opera troppo a lungo sottratta ai siciliani e per la quale i meriti di Giancarlo sono evidenti ed innegabili.

 

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