L’Organum Maximum del Duomo di Ragusa Ibla, realizzato dalla storica Regia Fabbrica Serassi, è “il protagonista” dell’interrogazione che ho presentato all’Assemblea Regionale Siciliana. L’atto parlamentare chiede di dirimere gli intoppi burocratici che stanno bloccando i lavori di restauro e conservazione, oramai considerati indifferibili, e di trasferire finalmente le somme del finanziamento regionale che addirittura si stanno rischiando di perdere.
Dopo aver scritto alla Segreteria Generale della Presidenza della Regione e al Dirigente Salvatore Buscemi del Servizio 3° Economico-Finanziario, sono a conoscenza del fatto che alcune problematiche, esclusivamente procedurali, avrebbero causato l’avvio della revoca del finanziamento. Altresì avendo avuto accesso allo scambio di note tra gli Uffici Regionali e la Soprintendenza di Ragusa, ho potuto anche apprendere che quest’ultima ha presentato un nuovo progetto, rimodulato, per il cofinanziamento dell’opera stessa.
Chiedo di essere aggiornata sull’attuale situazione dell’iter, portato avanti nel corso di questi ultimi anni, chiaramente con l’auspicio che si possa finalmente uscire dallo stallo, anche grazie alla buona volontà e all’attenzione, che mai sono venute meno, da parte degli Enti preposti.
Stiamo parlando di un vero e proprio “monumento nazionale” della musica, di straordinario pregio e valore, unico nel suo genere, che deve essere adeguatamente restaurato e conservato; un autentico capolavoro della ditta Serassi, che lo costruì tra il 1881 e il 1882; uno strumento musicale, a trasmissione integralmente meccanica, con tre tastiere da 61 note ciascuna e pedaliera da 18, per un totale di 3368 canne. Ma ciò che desidererei trasmettere ai miei concittadini, soprattutto in occasione della presentazione di quest’ultima interrogazione parlamentare, è che dall’attenzione verso questi tesori, più o meno nascosti, della città di Ragusa e di tutta la nostra provincia, passa la concreta promozione del turismo e, quindi, la salvaguardia del nostro rinomatissimo patrimonio storico-artistico. Un aumento dei flussi turistici, difatti, va legato indissolubilmente ad una crescita anche culturale del nostro territorio e ad una nuova consapevolezza verso il valore della bellezza e il rispetto della nostra stessa identità.