A seguito di alcuni commenti negativi sull’operato del M5S e commenti che sostengono come la lettera del ministro della Difesa con la quale si chiede all’Avvocatura della Stato di recedere dalla posizione processuale non sia mai esistita, o peggio ancora, che il M5S abbia tradito le sue battaglie ambientali. Il M5S si è sempre battuto contro il Muos e lo ha fatto con atti concreti, non a parole. Lo ha fatto anche ieri. La posizione assunta dal Ministro per la Difesa, ad esempio, è inequivocabile perché non lascia spazio ad interpretazioni: lo Stato è contro il Muos. Per la prima volta nella storia, lo Stato italiano si schiera a difesa dei cittadini e contro l’impianto satellitare. Il Muos è un sistema di telecomunicazione ad esclusivo servizio delle forze armate americane, che non ha nulla a che vedere con la sicurezza della nostra nazione. Quindi, coloro che sostengono che il ministro della Difesa o qualunque altra autorità italiana possa entrare e smantellarlo con una chiave inglese, dice una grande fesseria. Il Muos, grazie alla complicità dei precedenti Governi (di destra e di sinistra), ha ottenuto tutte le autorizzazioni le quali hanno resistito al processo amministrativo fino al secondo grado di giudizio. Dunque, chi racconta che lo Stato oggi può revocarle, non conosce il riparto delle competenze amministrative e, con molta probabilità, parla o scrive non avendo nulla di meglio fare. Quanto fatto ad oggi dal Governo del Cambiamento, forse a qualcuno non basta e allora si lamenta, attaccando il M5S. Non basta neppure a noi e non abbiamo mai detto che la battaglia si ferma qui. Vogliamo intraprendere una campagna di monitoraggio delle onde elettromagnetiche prodotte dalle parabole americane utilizzando strumenti più precisi. Per questo abbiamo chiesto il coinvolgimento dei ministeri della Difesa e dell’Ambiente. Perché, nonostante il Tar non ci abbia dato ragione la prima volta, vogliamo dimostrare che il Muos è dannoso e sulla base dei risultati assunti, colpirlo con nuove azioni politiche e giudiziari. Così stanno i fatti. Il resto sono posizioni (legittime, ci mancherebbe) di chi forse non ha approfondito con dovizia la storia di questa vicenda .
15
Nov
2018