Disastro ambientale dell’arenile dei Macconi e di Marina di Acate, Musumeci sordo all’invito del ministro dell’Ambiente Costa a collaborare e ad attivare programmi e interventi necessari. Silenzio assoluto pure su una nota della Direzione generale per il risanamento ambientale, inviata non solo alla Regione, ma anche all’Arpa e al consorzio comunale di Ragusa. Ci piacerebbe tanto capire perché.
Da anni mi batto per il recupero e la bonifica dell’area dei Macconi e della foce del Dirillo, ho interloquito con il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e i suoi diretti collaboratori in diverse occasioni: due volte a Roma, durante una sua visita a Siracusa e con varie note ufficiali. Ciò ha permesso di fare passi in avanti in merito all’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei e ad una programmazione della bonifica dell’area dei Macconi: la foce del Dirillo, le cosiddette ‘dune di plastica’, lungo tutto il litorale, i terreni agricoli su cui insistono gli impianti serricoli e le sponde del Dirillo, fiume invaso da rifiuti agricoli, scarti di teloni di serre, bidoni e contenitori di pesticidi e fitofarmaci e quant’altro.
Proprio in merito al disastro ambientale dell’arenile dei Macconi, e quindi di Marina di Acate il ministro ha inviato il 26 marzo scorso al presidente Musumeci una nota di invito ad una attenta e proficua collaborazione fra Ministero dell’Ambiente e Regione Siciliana per ‘attivare al più presto gli interventi necessari, oggi urgenti e imprescindibili, stante l’intendimento del Ministero di valutare, salvaguardare e valorizzare l’area in questione, caratterizzata anche da ecosistemi di particolare rilievo.
La nota ministeriale segue, fra l’altro, quella della Direzione generale per il risanamento ambientale del 18 febbraio scorso, indirizzata non solo alla Regione, ma anche al Libero consorzio comunale di Ragusa e all’Arpa Sicilia (che hanno risposto) per sollecitare ‘ogni forma di collaborazione in un più ampio progetto di valorizzazione dell’area e attivare i necessari interventi nell’ambito delle specifiche competenze in materia di gestione, controllo e vigilanza del demanio marittimo.
Sappiamo per certo che queste note importanti e molto determinate, una delle quali dello stesso ministro, con cui invita personalmente Musumeci alla collaborazione per sanificare un’area fondamentale per la provincia di Ragusa, ma disastrata e abbandonata da tempo dalle istituzioni, sono rimaste lettera morta. Saremmo felici di venire contraddetti. In caso contrario vorremmo capire perché Musumeci non si è nemmeno degnato di rispondere.