Potenziare i controlli e i centri di recupero della fauna selvatica e modificare la normativa regionale 33/97 per inasprire le sanzioni. Non possiamo combattere una guerra con armi spuntate per arginare un fenomeno che purtroppo è di rilevantissime dimensioni. Si è tenuta oggi all’Ars l’audizione tra la terza commissione (Agricoltura) e la quarta (Ambiente) sul fenomeno del bracconaggio. Alla seduta hanno preso parte rappresentati della Lipu, Legambiente e Wwf e l’assessore all’Ambiente Salvatore Cordaro.
L’audizione, era stata chiesta da noi dopo i recenti casi di bracconaggio verificatisi in Sicilia e, in particolare, in provincia di Trapani, e dopo le sospensioni del Tar e del Cga che hanno dato ragione su tutti i fronti alle associazioni ambientaliste che avevano presentato ricorso contro il calendario venatorio della Regione, in particolare per l’anticipazione della caccia al primo settembre e fino a febbraio 2019. Ci dispiace per l’assenza dell’assessore Bandiera, specie dopo il balletto di date sull’apertura della caccia che non ha fatto di certo bene al contrasto del fenomeno.
Sul piano nazionale antibracconaggio siamo sotto misura di infrazione europea e i controlli non fanno che confermare questo dato. Un esempio? Su otto recenti controlli sono stati ravvisati 8 reati.
Nella prossima Finanziaria cercheremo di far rifinanziare i centri di recupero della fauna selvatica.
Alla Regione le associazioni hanno chiesto l’adozione di numerose misure. Tra queste il presidio delle zone di protezione lungo le rotte migratorie degli uccelli nei luoghi ove si è accertato il transito dei rapaci migratori, come il Capovaccaio abbattuto nel Trapanese. Chiesto anche il sostengo dell’azione di vigilanza dei volontari delle associazioni riconosciute che esplicano la funzione di Guardia giurata venatorie e il ritiro e la sospensione del tesserino fino al termine dell’annata venatoria a chi commette atti di bracconaggio, o, comunque, violazioni delle disposizioni a tutela della fauna.